Riedificato in seguito al sisma del 1693 utilizzando materiale lapideo proveniente dal Castello Ducezio, è tra i più importanti edifici civili di Mineo.
Il palazzo preesistente era di proprietà della famiglia principesca dei Buglio, che lo abitò fino ai primi del Seicento, quando nella proprietà subentrò il Barone Morgana di San Nicolò.
I muri esterni sono realizzati in pietra locale con grandi blocchi a vista.
Al pianterreno si aprono finestre con cornici a rilievo e decorazioni scolpite, mentre il primo piano è caratterizzato da porte con ampi balconi.
Viene descritto quale casa dei Roccaverdina da Luigi Capuana ne Il marchese di Roccaverdina: «Dalla parte del viale che conduceva lassù, la casa dei Roccaverdina aveva l’entrata a pianterreno, mentre dal lato opposto la facciata di pietra intagliata si elevava con tre alteri piani sule povere casette di gesso dalle quali era circondata».