Ospitati nell’edificio dell’ex Carcere Borbonico, i Musei hanno origine nel “Gabinetto di Archeologia e di Storia Naturale” fondato nel 1843 da Emanuele Taranto Rosso e ricostruito nel 1914 da don Luigi Sturzo, allora sindaco di Caltagirone, che gli conferì un assetto museale.
Le collezioni si articolano in una sezione archeologica, una storica, e una pinacoteca. Il patrimonio illustra i momenti più significativi per l’area calatina dalla Preistoria all’Alto Medioevo.
Sono presenti anche una ricostruzione dell’aula del Senato calatino, effettuata attraverso la ricollocazione delle poltrone cerimoniali, in legno dorato a foglia e dall’alto schienale ovale tappezzato in damasco rosso, il settecentesco “Tosello”, imponente drappo di velluto cremisi decorato al centro dagli stemmi con Aquila coronata del Regno di Sicilia, recante in petto l’insegna di re Carlo III di Borbone, e ai lati gli emblemi di Caltagirone: lo scudo crociato e i due grifoni.
La Pinacoteca, oltre all’esposizione di un congruo numero di dipinti ad olio a carattere sacro, consiste in una sala interamente dedicata alla famiglia di pittori Vaccaro, i quali generosamente donarono diverse tele alla città.
Un’ultima sezione della Pinacoteca custodisce una ragguardevole raccolta di dipinti che è ancora oggi manifestazione tangibile dell’ampio sguardo che don Luigi Sturzo, in qualità di prosindaco di Caltagirone (1905-1920), rivolse al panorama artistico nazionale e internazionale, attraverso l’acquisizione, per la città, di opere di autori eterogenei, quali Lo Jacono, Ciardi, Caprile, Bazzaro, Nitti, Esposito, Corrado e altri in occasione di fiere internazionali d’arte.