San Michele di Ganzaria

Nel settore più meridionale dei Monti Erei, alla destra del fiume Tempio, San Michele di Ganzaria sorge in una zona collinare nelle vicinanze della Montagna Ganzaria, a circa 490 metri sul livello del mare.

Deve il suo nome all’origine araba del suo primo “Casale”, che intorno all’anno mille d.C. era indicato come “cinghialeria” o “Rocca dei cinghiali”. Quel primo insediamento continuò a esistere anche con l’avvento dei Normanni, epoca a cui risale la costruzione del “Tempio dei Francesi” che ancora oggi, con la sua magnifica facciata gotica-cistercense connota la Chiesa di San Michele Arcangelo. 

Con l’avvento degli Aragonesi, la storia del borgo si legò al casato dei Gravina, cui si devono l’intitolazione della cittadina a San Michele, che ne è anche Patrono, e la costruzione del Castello, i cui ruderi sono visibili ancora oggi. Nel 1534 il barone Antonio Gravina ricostruì il borgo, che era andato distrutto in un incendio, stringendo in quell’occasione un accordo con militari e profughi albanesi che erano fuggiti all’occupazione turca della loro terra. Fu in seguito a ciò che per alcuni secoli gli abitanti di San Michele di Ganzaria parlarono l’abanese e professarono il rito religioso greco orientale. Rare tracce della lingua e cultura albanese d’origine sono sopravvissute nella lingua parlata oggi.

Con l’abolizione della feudalità all’inizio dell’Ottocento, San Michele di Ganzaria divenne Comune autonomo. Nel 1838, ebbe l’onore di ospitare i Reali Ferdinando II e Maria Teresa d’Austria provenienti da Caltagirone e diretti a Palermo.

Oggi fonda la sua economia principalmente sulle tradizionali attività agricole, di allevamento e trasformazione. Gli interessanti siti di valore storico, culturale e naturalistico in cui è immerso, le sue peculiari radici e la genuinità dei prodotti locali, fanno di San Michele di Ganzaria una tappa di sicuro interesse per chi visita la Sicilia orientale.

Cosa puoi vedere a San Michele di Ganzaria